Donna continuamente sull’orlo di una crisi di… stupore

“Io continuo a stupirmi. È la sola cosa che mi renda la vita degna di essere vissuta.

Lo so. Può sembrare banale cominciare qualsiasi cosa con uno degli aforismi di Oscar Wilde, ma questa frase riassume in maniera netta la mia filosofia.

In questi tempi incerti, farsi travolgere dagli eventi senza comprenderne bene cause e conseguenze è molto facile. Ecco perché credo che la meraviglia sia un’àncora di salvezza importantissima per rimanere con i piedi per terra e perseverare. E quando parlo di stupore e meraviglia, non intendo solo la loro accezione positiva, sia chiaro.

Ma facciamo un passo indietro.

Sono Roberta. Vivo a Ferrandina praticamente da sempre (escluso un breve lustro vissuto a Lecce per l’Università), e mi ritengo, ormai, materana d’adozione e cittadina del mondo.

Attualmente, tra le tante cose, lavoro come social media manager per un’agenzia di comunicazione e gestisco una web radio.

Molti potrebbero esclamare: “Figo!” – come sono vintage con quest’espressione.

Beh, sìfondamentalmente lo è. Perché il cervello deve essere sempre in moto, perché hai modo di conoscere tanta gente, perché devi essere sempre aggiornatissimo sulle ultime novità e pronto a cogliere l’attimo, attingendo da mille mila esperienze di vita diverse, perché essere creativo è paragonabile a poter esprimente liberamente la propria personalità. E ti pagano pure per questo!” (cit.) – la web radio no, è volontariato. Per ora.

Però, molti esclamano anche (e lo fanno): “Ah, bene, praticamente stai tutto il giorno su Facebook. Bello lavorare così”. E tu prendi e porti a casa, anche se cerchi di darti la dignità che ti spetta quando ti riesce, spiegando un po’ che non è proprio quello il tuo lavoro, ma va bene, prima o poi passerò dall’essere un paparazzo del web a una che lavora nella comunicazione digitale.

Raccontata così, ecco perché sembra riduttivo cercare di spiegare che il lavoro creativo è molto, ma molto complesso, soprattutto nel mondo digitale e se:

  1. è importantissima la competenza – fattore molto spesso sottovalutato perché certe cose sono alla portata davvero di tutti;
  2. vivi in un territorio – mi dispiace ammetterlo – in cui l’evoluzione del web è in fase embrionale, mentre il mondo corre ed è già arrivato almeno alla sua adolescenza informatica;
  3. la tua propria componente caratteriale non prescinde dall’insicurezza (ma lo considero, in fondo, un bene per mettermi sempre alla prova);
  4. non è sempre tutto rosa e fiori, soprattutto nei confronti con i tuoi “simili” (da leggere considerando per bene i punti 1, 2 e 3).

Bene. Comprendete, allora, il perché lo stupore sia stato grande, ma piacevole, quando un giorno Stefania persona a cui devo molto della mia formazione e una delle poche con cui riesca a mantenere un confronto sano e costruttivo – mi ha contattata per dirmi “ho grandi idee e vorrei che tu ne prendessi parte”.

E per grandi idee intendeva dire proprio idee grandi, di quelle che non sai se ce la potrai fare a collaborareperché ti senti piccola, piccola – eccola lì, l’incertezza – e che subito mi hanno fatto pensare e chiedere 

Perché proprio io? Ce la farò? Sai che è una bella sfida, vero?

Va bene, sono un po’ troppo negativa, lo so. Ma la risposta è stata: ok, proviamo. Vediamo. Facciamo. Cominciamo. Posso esserne capace con l’impegno di sempre e di più, come sempre.

E ho accettato. Senza più se e ma. Per stupirmi e mettermi alla prova. Per imparare ancora e confrontarmi con altre splendide fanciulle (Cia, appena conosciuta ma una gran bella scoperta, e Francesca, una tempesta zen e positiva da cui ti lasci volutamente trasportare) e da tante e tanti altri che so arriveranno.  

Ed eccomi qui, a scrivere questo stream of consciousness su una nuova esperienza da cui poter attingere e in cui poter dare.

Senza presunzioni, senza moti d’orgoglio, se non quello di poter contribuire, nel mio piccolo, a raccontare e portare (spero!) un po’ di impressioni su questo mondo in totale e continuo divenire.

Per il momento, continuo a stupirmi, sperando di poterlo fare sempre di più, insieme.

Chissà come andrà. Vedremo. Noi, l’impegno, ce lo mettiamo. Ed è solo l’inizio.

 

[Photo by Giusy Schiuma]

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