In Italia sono oltre 18 milioni le persone a rischio povertà ed esclusione sociale. Sull’altro piatto della bilancia invece, ci sono 13 milioni di euro, cioè 40 chilogrammi pro-capite, di spreco alimentare.
In Italia, per fortuna, c’è anche una legge, la 166 del 2016, che ha ispirato la linea di prodotti anti-spreco di Magazzini sociali, di cui abbiamo parlato nell’intervista a Valentina Loponte. Approfondiamo il tema.
Questa legge, conosciuta anche come “anti-spreco”, porta il nome della Onorevole Maria Chiara Gadda, che sarà ospite del live streaming Facebook organizzato da Magazzini Sociali e Cestrim con il supporto di tanti altri partner.
In questi giorni la questione è tornata alla ribalta, per via di alcune donazioni di cibo invenduto effettuate da esercenti di ristoranti potentini a persone che ne avevano bisogno.
Sui social, tuttologi da ogni parte d’Italia, hanno scatenato la loro onniscienza. Dai commenti del tipo: “Ma se vuoi donare, invitali a cena, non dar loro gli scarti” a “Ma questa cosa non penso proprio che sia legale” e via via giù in fondo al tunnel, fino a farne una questione fra nord e sud, quasi quasi, come se le persone a rischio povertà del nord non fossero tali e quali a quelle del sud. Glissiamo.
Leggendo il testo di legge (che trovate qui), la situazione appare chiara. Per citare Francesco Romagnano di Io Potentino Onlus,
“Quello che butti è davvero peccato, non solo perché mamma e papà te l’hanno ripetuto migliaia di volte a tavola”.
Sì, è vero. Lo spreco di alcuni è speranza per altri di avere un piatto caldo o una fetta di carne per cena.
Ma torniamo alla legge Gadda. Partiamo, come sempre, dalle parole, dalle definizioni corrette.
Cosa sono le eccedenze alimentari?
“I prodotti alimentari, agricoli e agro-alimentari che, fermo restando il mantenimento dei requisiti di igiene e sicurezza del prodotto, sono invenduti o non somministrati per carenza di domanda; ritirati dalla vendita in quanto non conformi ai requisiti aziendali di vendita; rimanenze di attività promozionali; prossimi al raggiungimento della data di scadenza; rimanenze di prove di immissione in commercio di nuovi prodotti; invenduti a causa di danni provocati da eventi meteorologici; invenduti a causa di errori nella programmazione della produzione; non idonei alla commercializzazione per alterazioni dell’imballaggio secondario che non inficiano le idonee condizioni di conservazione;”
Cosa intende la legge Gadda per spreco alimentare, invece?
“L’insieme dei prodotti alimentari scartati dalla catena agroalimentare per ragioni commerciali o estetiche ovvero per prossimità della data di scadenza, ancora commestibili e potenzialmente destinabili al consumo umano o animale e che, in assenza di un possibile uso alternativo, sono destinati a essere smaltiti;”
E ancora, chi può donare e cosa?
In sintesi, la legge stabilisce che:
- Gli operatori del settore alimentare possono donare gratuitamente le loro eccedenze a persone in difficoltà.
- Gli alimenti che non vanno più bene per le persone possono essere in alternativa donati per nutrire gli animali o per creare materiali di compostaggio.
- Il pane invenduto e altri prodotti di forni e derivanti da lavorazione di farine, possono essere donati entro le 24 ore successive alla loro produzione.
- I soggetti donatori naturalmente devono seguire determinate procedure di controllo e rispettare requisiti igienico-sanitari, e ne sono responsabili fino all’avvenuta donazione.
- La normativa viene applicata anche su prodotti e beni alimentari confiscati, naturalmente se sono idonei al consumo umano e animale.
La legge Gadda non sanziona ma promuove
La ratio della legge è quella non di sanzionare e punire, ma di incoraggiare e promuovere comportamenti virtuosi. Infatti, in breve, la legge Gadda prevede una serie di incentivi.
- Vengono promossi comportamenti virtuosi e modelli positivi in materia di sprechi alimentari al fine di sensibilizzare opinione pubblica, imprese, ristoranti e scuole in merito all’adozione di pratiche anti-spreco per tutelare persone, cibo e ambiente.
- Progetti innovativi relativi allo sviluppo e all’implementazione di nuove modalità antispreco con finalità sociali verranno sostenuti e finanziati.
- Sono disposti incentivi per i ristoranti che fanno uso di doggy bag, ovvero di contenitori a disposizione dei clienti per consentire loro di portare a casa gli avanzi del pasto.
- Coloro che donano i prodotti in eccedenza potranno contare su sgravi fiscali per quanto riguarda la tassa sui rifiuti.
- Possono essere ceduti anche prodotti farmeceutici, indumenti e accessori
Nell’ambito della legge di Bilancio 2018, i contenuti della legge si sono ampliati, rendendo possibile donare anche prodotti di igiene per la casa e articoli di cartoleria e cancelleria. (fonte https://www.ohga.it/)
Questa legge quali risultati sta ottenendo?
Tanti e importanti. Cito un articolo del Il sole 24 Ore:
Oltre 1,1 milioni di farmaci. Circa 700mila pasti da mense e cucine ospedaliere. Più di 7.600 tonnellate di eccedenze alimentari dalla Gdo. A pochi giorni dal terzo compleanno della legge anti-sprechi (legge 166/2016), il bilancio della sua applicazione è in queste tre cifre, tutte relative al 2018
Comunque, se vi appassiona e volete saperne di più, il 6 novembre alle 18.00, sulla pagina facebook di Magazzini Sociali, seguite il live in cui sarà presente Maria Chiara Gadda insieme a tanti operatori che si occupano di questo tema, con l’Unibas, fra cui il DG Romaniello e la Professoressa Mininni, insieme alla Caritas e altri.