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Da dove viene la parola Algoritmo?

Questa è la storia di come un matematico persiano ha dato il nome agli algoritmi (e perché l’AI dovrebbe ringraziarlo)

Cosa accomuna TikTok, Netflix, ChatGPT e il navigatore GPS che ti salva ogni volta che sbagli strada? Ovviamente gli algoritmi. Ma pochi sanno che dietro questa parola apparentemente ultra-moderna si cela un matematico vissuto oltre mille anni fa, dal nome quasi impronunciabile: Muḥammad ibn Mūsā al-Khwārizmī.

Al-Khwārizmī (sì, il nome è una sfida anche per l’autocorrettore del telefono) era un brillante studioso persiano vissuto tra il 780 e l’850 d.C. nella Baghdad del Califfato Abbaside, epicentro culturale e scientifico dell’epoca. La sua fama arriva fino a noi soprattutto per un’opera fondamentale, dal titolo accattivante: al-Kitāb al-mukhtaṣar fī ḥisāb al-ǵabr wa’l muqābala, ovvero “Il compendio sul calcolo per completamento e bilanciamento”. Se il titolo non ti dice nulla, sappi che è proprio da lì che deriva il termine “algebra” (da “al-ǵabr”).

Da Al-Khwarizmi a Algoritmo…

Ma la vera eredità pop di Al-Khwārizmī è un’altra: il termine algoritmo nasce proprio dalla traslitterazione latina del suo nome, “Algoritmi”. Insomma, ogni volta che senti parlare di algoritmo, in realtà stai citando Al-Khwārizmī. Una sorta di influencer ante litteram, solo senza reel e balletti.

Gli studi di Al-Khwārizmī non sono solo una curiosità storica. Hanno posto le basi logiche e matematiche che, secoli più tardi, avrebbero reso possibile l’intelligenza artificiale. Gli algoritmi oggi sono i motori invisibili che permettono alle macchine di apprendere, ragionare e prendere decisioni. Senza Al-Khwārizmī, niente reti neurali, niente deep learning e soprattutto niente meme generati automaticamente.

Pensaci: ogni volta che chiedi a Siri il meteo o lasci che Spotify scelga il prossimo brano, stai sfruttando un’eredità millenaria iniziata in un’antica biblioteca di Baghdad. Ecco perché l’AI deve molto a questo matematico visionario.

Morale della favola? La prossima volta che ringrazi l’algoritmo per aver trovato esattamente quel video sui gattini che cercavi, ricorda di ringraziare anche il signor Al-Khwārizmī. Probabilmente avrebbe apprezzato. 🙂

Sei curioso di capire l’intelligenza artificiale?

Partecipa al corso gratuito e aperto a tutti “Digitale Facile Basilicata”, un’iniziativa promossa dalla Regione Basilicata attraverso l’Ufficio per l’Amministrazione Digitale. L’azione coordinata dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri è finanziata con fondi PNRR (Mis. 1.7.2).

Il corso, si terrà all’interno degli spazi del Comincenter di Potenza, in partnership con il Conunibas, Consorzio dell’ Università degli Studei della Basilicata e con il Soroptimist Club di Potenza

Gli incontri si terranno a Potenza, al Campus di Macchia Romana:

  • Lezione teorica (16 ottobre, ore 17.30)
    Un’introduzione chiara e accessibile al funzionamento dei sistemi di IA: come vengono addestrati i modelli, quali applicazioni pratiche hanno (dall’Interior Design alla programmazione web), fino ad arrivare ai rischi e alle opportunità legati al loro utilizzo.
  • Laboratori pratici (20 ottobre, slot per gruppi di 1h/1.30) dalle ore 10.30
    Piccoli gruppi di 3-4 persone (max 6), guidati da esperti, sperimenteranno direttamente strumenti gratuiti e accessibili. Non teoria astratta, ma “mani in pasta”: analisi di documenti, creazione di immagini, gestione di video e musica. Un percorso per capire non solo il “come”, ma soprattutto il “perché” e il “quando” usare l’IA.

Chi è il docente

A guidare i partecipanti sarà Santo Maggio, coordinatore del progetto Digitale Facile Basilicata. Durante la lezione introduttiva, Maggio illustrerà in dettaglio il funzionamento generale dei sistemi di Intelligenza Artificiale, chiarendo concetti complessi in modo accessibile a tutti. Affronterà anche i rischi connessi al loro utilizzo, offrendo una visione completa e consapevole delle potenzialità e delle sfide di queste tecnologie. Di particolare interesse, gli esempi pratici sugli strumenti per l’analisi e la gestione di documenti, immagini e video, così come quelli relativi alla generazione musicale, a dimostrazione della versatilità dell’IA in diversi ambiti.

Un invito aperto a tutta la comunità

Il corso è gratuito e aperto a studenti, ma anche alle persone della comunità cittadina che sono curiose e desiderano fare un’esperienza diretta con l’IA. È un’occasione per avvicinarsi a questi strumenti senza timore, con la guida di chi li conosce, e con l’obiettivo di diventare cittadini digitali più consapevoli.

Partecipare è semplice: basta compilare il form dedicato a questo link https://vqui.it/w/GTe6ABoX . Questo passaggio è fondamentale per organizzare al meglio i gruppi e garantire a tutti un’esperienza formativa di qualità.

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