Negli scorsi mesi abbiamo assistito ad un evento che ha cambiato sostanzialmente le nostre vite. La pandemia ha sconvolto e rivoluzionato le nostre abitudini imponendo il distanziamento fisico e sociale per evitare i contagi da Covid-19. Di conseguenza anche il mondo del lavoro ha subìto notevoli variazioni che hanno messo in discussione il modello al quale eravamo abituati. Ma cosa ci aspetta in futuro? Quali saranno le professioni più ricercate dopo il lockdown?
Durante il confinamento abbiamo sentito parlare molto spesso di “smart working”, un nuovo modo di lavorare che ha dato risultati positivi per molte categorie che hanno potuto salvaguardare il proprio posto di lavoro. Infatti, anche chi era meno avvezzo alla tecnologia si è dovuto formare per lavorare sulle piattaforme digitali.
Secondo alcune agenzie per il lavoro, nel periodo post-pandemia, i settori che mostrano maggiori richieste sono, per ovvi motivi, la sanità, la logistica e la vendita al dettaglio di beni di consumo. Ciò in risposta alla crescente domanda di servizi e di beni essenziali per i consumatori in relazione alla maggiore importanza della sicurezza e della prevenzione.
Ma non solo. Un settore in continua evoluzione è il digitale che ha consentito la continuità del lavoro per molti comparti e aree produttive salvando molti posti di lavoro. Da ciò è intuibile che le professioni più ricercate sono anche legate alla produzione, gestione e analisi di processi e attività digitali. Ci si immagina, infatti, che le piattaforme digitali e le compagnie tech ricercheranno esperti di digital marketing e comunicazione, specialisti di e-commerce e analisi dati.
Non dimentichiamo infine che i tra volani dell’economia italiana vi sono il turismo e la filiera culturale-creativa, duramente colpiti dalla pandemia. Si rende dunque necessario, per la prosperità del nostro Paese, adeguare e reinventare tali settori anche con l’aiuto della tecnologia e del digitale.
