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Ecodesign ed economia circolare. Progettare sostenibile.

La transizione ecologica è uno dei capi saldi del Next Generation EU. Il Piano Nazionale di Ripresa Resilienza prevede per questa missione oltre cinquantanove miliardi di euro. In particolare, fra le azioni elencate su Italia Domani, economia circolare e gestione dei rifiuti occupano un posto importante.

Potenziare la rete di raccolta differenziata e degli impianti di trattamento e riciclo dei materiali per migliorare l’economia circolare e la gestione dei rifiuti in tutto il Paese.

Un modo di pensare e risolvere le questioni legate alla gestione dei rifiuti e all’economia circolare può essere rappresentato dall’Ecodesign.

Ecodesign che cos’è?

Ecodesign ed economia circolare sono due elementi cardine di un modello economico sostenibile. Una progettazione basata sull’impiego efficiente di risorse e materiali, permette infatti sia di ridurre l’impatto ambientale legato alla produzione, ma contribuisce anche a ridurre la quantità di rifiuti generati, intervenendo su durabilità, riparabilità, possibilità di aggiornamento e riciclabilità dei prodotti stessi. Una buona progettazione, per essere davvero tale, mette quindi al centro i principi dell’economia circolare.


Un master per le nuove professioni della transizione ecologica

RiEco è il Master universitario di primo livello organizzato dalla Scuola di Ingegneria dell’Università degli Studi della Basilicata, per le professioni attinenti a “riciclo e gestione sostenibile dei rifiuti per un’economia circolare”


I principi dell’ecodesign

I principi dell’ecodesign si applicano a tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto, con l’intento di ridurne l’impatto ambientale complessivo: dall’approvvigionamento e impiego delle materie prime, che devono essere riutilizzabili, biodegradabili, riciclabili e non tossiche; alla loro lavorazione nel processo produttivo e alla distribuzione, che devono rispettare la direttiva dell’UE sull’ecodesign (Direttiva 2009/125/CE), in termini di efficienza energetica (ridotto consumo energetico nella fasi produttive) e di ridotto impatto ambientale. Anche il consumo del prodotto e la possibilità di riutilizzo concorrono nel definirlo eco e sostenibile: il ciclo di vita del prodotto deve poter essere allungato il più possibile, attraverso il riciclo e/o il riutilizzo dei suoi componenti. In alternativa il prodotto dovrà risultare biodegradabile al 100%, in modo da rientrare completamente nel ciclo naturale.

La nuova frontiera del Design

L’ecodesign rappresenta quindi la nuova frontiera del design: in futuro sarà impossibile progettare senza tenere conto del ciclo di vita completo dei prodotti. Grazie alla metodologia LCA (Life Cycle Assessment), potrà essere valutato l’intero ciclo di vita dei prodotti e come questi “interagiscono” con l’ambiente, comprendendo le fasi di pre-produzione (origine dei materiali), produzione, distribuzione, uso e riuso, smaltimento finale. Si tratta di una procedura standardizzata a livello internazionale secondo le norme ISO 14040 e 14044. Alla base della logica LCA c’è l’ottica di sistema che consente di comprendere e gestire la complessità della filiera, a monte e a valle del processo di produzione. Vengono quindi individuate le criticità nell’intero ciclo di vita del prodotto, per ipotizzare soluzioni volte al risparmio e al recupero di energia e materiali.

Due strumenti di Ecodesign da ENEA

L’ENEA, con l’obiettivo di rendere disponibile questa metodologia ad un più vasto pubblico di utenti ed in particolare alle piccole e medie imprese, ha realizzato due strumenti on-line che consentono l’applicazione di LCA ed Ecodesign in maniera semplificata.

eVerdee (Quick LCA) che permette di identificare gli aspetti ambientali significativi dell’intero ciclo di vita del prodotto e di valutare le azioni migliorative da introdurre;
Tespi (Quick Ecodesign) che permette di eseguire un’analisi di screening su opzioni multiple di sviluppo del prodotto.

(Fonti articolo : Confindustria, Italia Domani)

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