Cosa sta accadendo alle BigTech? La rivoluzione delle opportunità.

In questi mesi sentiamo sempre più frequentemente parlare di tagli al personale, ridimensionamento e riduzione dei costi nelle Big Tech.  

A cosa è dovuta la “crisi” delle Big tech?

Amazon, Microsoft e Google hanno annunciato ulteriori tagli al personale: si tratta di un evento senza precedenti nel settore tecnologico, e certamente segna un cambio di rotta rispetto alla tendenza degli ultimi anni tra le grandi compagnie della Silicon Valley. In particolare, sono quasi 50mila le persone che dall’inizio di questo fenomeno hanno perso il lavoro, ed il numero sembra in forte crescita.

Amazon ha annunciato la chiusura di 18.000 posti di lavoro già a gennaio. Microsoft per risparmiare 1,2 miliardi ha licenziato 10.000 dipendenti. Google, dal canto suo, ha eliminato circa 12.000 lavoratori in tutto il mondo, ovvero il 6% del totale. In fine, non fanno eccezione Meta con 11.000 tagli e Twitter che ha licenziato la metà del personale.

La sensazione è che non si riesca più a sostenere i costi legati alle persone assunte durante il periodo della pandemia da Covid-19, quando la domanda per queste big tech era salita smisuratamente. Tali tagli sono sicuramente un segnale che le aziende stanno cercando di ridurre i costi in un momento di incertezza economica. 

Altri fattori, come la crescente competizione e la diminuzione delle vendite, hanno probabilmente giocato un ruolo fondamentale. È possibile, infatti, che altre aziende seguano tale modello e annuncino tagli al personale prossimamente: si stima che molti settori potrebbero tagliare i costi del 10-20%. Tuttavia, alcuni esperti sostengono che questo non sarà sufficiente per far fronte alla crisi e si teme che la recessione potrebbe essere più profonda di quanto si pensi e che potrebbe durare molto più a lungo.

Il caso Apple.

Ad oggi Apple è l’unica big tech a non aver licenziato i suoi dipendenti. Merito secondo il Wall Street Journal di una politica della gestione del personale più attenta. Già a novembre il numero uno di Apple Tim Cook che si è tagliato lo stipendio aveva spiegato le ragioni del suo approccio più attento alle assunzioni. Nei tre anni tra settembre 2019 e settembre 2022, il numero di dipendenti di Apple è aumentato del 20% circa. Nello stesso periodo, Microsoft in termini di personale è cresciuta del 53%, Google (Alphabet) del 57%, Amazon del 100% e Meta del 94%. Come si vede Apple ha aumentato la forza lavoro molto più lentamente rispetto a quelle di altre aziende (Fonte Il Sole 24 Ore)

Un mondo del lavoro che sta cambiando

Il Challenger Report, un’autorevole ricerca americana sul mondo del lavoro, ha definito l’industria Tech “the leading job-cutting industry” (il settore in prima linea nei licenziamenti), mentre al contrario i settori “fisici” come Industria ed Energia stanno assumendo.

Le campagne di licenziamento si accompagnano a quelle di dimissioni volontarie, la cosiddetta Great Resignation, molto spesso da parte di chi pensa di avere le competenze per trovare velocemente nuove occupazioni, proprio perché ha lavorato nelle più dinamiche imprese al mondo.

Così, mentre Twitter licenzia, la banca JP Morgan annuncia una campagna di assunzioni di migliaia di ingegneri del software a livello globale e persino una pubblica amministrazione come l’US Department for Veterans Affairs ne approfitta e lancia la propria campagna di assunzione di 1.500 profili tech.

Mentre Alphabet taglia, Day One Ventures, un fondo di investimento per startup in fase di seed, ha lanciato a San Francisco una iniziativa per finanziare le startup fondate da persone licenziate dalle grandi società tecnologiche.

Insomma, il mondo sta attraversando un cambiamento enorme in cui il mercato del lavoro e le competenze digitali sono in prima linea.

Per approfondire leggi questo articolo di Agenda Digitale

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