Se penso al futuro del lavoro mi viene in mente la parola ri-posizionamento ed un inevitabile cambiamento dello stile di vita.
Il futuro è di per sé incerto e un buon psicoterapeuta/coach/counselor, o chi vogliate, vi dirà di vivere nel presente.
Solo qualche sedicente guru forse potrà fare qualche previsione, ma in cuor suo saprà che si tratta di qualcosa di molto più simile alla magia che alla realtà!
Il dizionario, univo vero oracolo di chi ama destreggiarsi con le parole, ci dice, alla parola
/fu·tù·ro/ “Quanto, nell’ambito della verisimiglianza e della possibilità, dovrà accadere.”
Ma se focalizziamo l’attenzione sul mondo del lavoro, cosa possiamo dire a proposito di futuro?
Possiamo fare qualche previsione basandoci sui dati legati alle assunzioni, agli ambiti economici in crescita e quelli in decrescita, ai mercati in espansione.
Certamente possiamo prevedere una necessità, in tutti gli ambiti e in tutti i settori, di ri-posizionamento.
Un cambiamento radicale delle nostre abitudini di vita e un ri-posizionamento geografico, valoriale e formativo.
Ovvero? Andiamo per punti
Ri-posizionamento geografico
Meno uffici, più uffici in casa. Che significa meno spostamenti con i mezzi pubblici, meno stress, più efficacia ed efficienza e sopratutto più tempo da dedicare alla vita privata.
Ri-posizionamento valoriale
Maggiore scelta legata alla qualità delle relazioni professionali, delle scelte di acquisto e, più in generale, del proprio ruolo di consumatori e lavoratori.
Ri-posizionamento formativo
La formazione oltre l’educazione, ovvero, la conoscenza oltre la didattica. Una capacità sempre maggiore di formarsi e informarsi per ampliare la propria consapevolezza.
Insomma, per citare un sempre valido Tonino Carotone
“È un mondo difficile
È vita intensa
Felicità a momenti
e futuro incerto“
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