Negli ultimi anni, le principali aziende tecnologiche globali, comunemente denominate Big Tech, hanno intensificato il loro impegno per la sostenibilità ambientale e la riduzione delle emissioni di carbonio. Tra queste, Google si distingue per la portata e l’innovatività dei suoi investimenti nelle energie rinnovabili, con un particolare interesse nell’energia nucleare, come parte della sua strategia per alimentare l’intelligenza artificiale (AI) e le sue infrastrutture tecnologiche globali.
L’energia come motore per la tecnologia
L’intelligenza artificiale richiede enormi quantità di energia per funzionare, soprattutto per addestrare modelli di machine learning complessi e gestire centri dati su larga scala. Google, che fa ampio uso dell’AI per i suoi servizi di ricerca, cloud computing, e ottimizzazione dei processi interni, si trova a fronteggiare una sfida cruciale: alimentare le sue operazioni in modo sostenibile, mantenendo allo stesso tempo l’efficienza energetica.
Tradizionalmente, le Big Tech hanno investito massicciamente nelle energie rinnovabili, come l’energia solare ed eolica, per compensare il loro elevato consumo energetico. Nel 2020, Google ha raggiunto un traguardo significativo diventando la prima grande azienda tecnologica ad azzerare il proprio debito ambientale, ovvero compensando tutte le emissioni di carbonio generate dalla sua fondazione, nel 1998, con investimenti in fonti rinnovabili e tecnologie di riduzione delle emissioni.
Tuttavia, sebbene le energie rinnovabili rappresentino una parte fondamentale della soluzione, presentano ancora alcuni limiti legati all’intermittenza e alla necessità di stoccaggio su larga scala. È qui che l’energia nucleare entra in gioco come una possibile risorsa strategica per alimentare le infrastrutture tecnologiche.
L’interesse di Google per l’energia nucleare
Google, insieme ad altre aziende della Silicon Valley, sta esplorando soluzioni innovative per soddisfare la crescente domanda di energia legata ai suoi server e all’intelligenza artificiale. L’energia nucleare si è rivelata una fonte di particolare interesse per la sua capacità di fornire grandi quantità di energia a basse emissioni di carbonio, senza gli stessi problemi di discontinuità associati alle fonti rinnovabili.
Nel 2021, Google ha iniziato una collaborazione con startup e istituzioni di ricerca che lavorano su nuove generazioni di reattori nucleari, più sicuri e modulari rispetto ai tradizionali impianti di energia nucleare. Questi reattori di piccola scala, spesso chiamati Small Modular Reactors (SMR) , offrono un’alternativa più flessibile e meno costosa rispetto ai grandi impianti nucleari convenzionali, permettendo alle aziende di accedere ad energia stabile e pulita.
L’obiettivo è di valutare se gli SMR possano essere una soluzione concreta per alimentare i propri data center, in particolare in aree geografiche dove le energie rinnovabili non sono facilmente accessibili o non garantiscono un approvvigionamento costante.
Nucleare e AI: una simbiosi energetica
Le esigenze energetiche per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale sono cresciute esponenzialmente negli ultimi anni, con modelli sempre più complessi come quelli utilizzati per la visione artificiale, il linguaggio naturale e l’automazione su larga scala. Google, ad esempio, gestisce data center in tutto il mondo, ognuno dei quali consuma un’enorme quantità di energia per raffreddare e mantenere operativi i server. Di conseguenza, l’azienda è alla continua ricerca di fonti di energia affidabili e pulite.
L’energia nucleare rappresenta una potenziale soluzione per fornire energia costante a bassa emissione di carbonio, una qualità fondamentale per un’azienda come Google che mira a raggiungere l’obiettivo di utilizzare solo energia privata di emissioni entro il 2030. L’uso di reattori modulari, più sicuri e facilmente installabili rispetto ai tradizionali impianti nucleari, potrebbe consentire a Google di gestire in maniera più efficiente le necessità energetiche dei propri data center, mitigando al contempo l’impatto ambientale delle proprie operazioni.
Inoltre, la collaborazione tra Google e startup che sviluppano soluzioni nucleari di nuova generazione si allinea con l’approccio lungimirante dell’azienda, che ha sempre cercato di posizionarsi all’avanguardia nell’adozione di tecnologie innovative per migliorare la propria efficienza operativa.
L’approccio integrato di Google: rinnovabile e nucleare
È importante sottolineare che l’interesse di Google per l’energia nucleare non implica un abbandono delle energie rinnovabili. Al contrario, l’azienda energetica sembra puntare su un mix diversificato che include sia soluzioni tradizionali, come solare ed eolico, sia nuove tecnologie come l’energia nucleare e lo stoccaggio avanzato. Questo approccio ibrido potrebbe rappresentare una chiave per affrontare le sfide di sostenibilità che emergono con l’aumento delle richieste energetiche, specialmente in un settore in rapida crescita come quello dell’AI.
Negli ultimi anni, Google ha firmato contratti di acquisto di energia (PPA) con impianti solari ed eolici in tutto il mondo e ha anche investito nella ricerca su sistemi di stoccaggio energetico, come le batterie al litio e soluzioni basate sull’idrogeno. L’energia nucleare, in questa strategia, rappresenta un componente aggiuntivo che potrebbe garantire stabilità e sicurezza energetica anche durante i picchi di domanda o nelle situazioni in cui le energie rinnovabili non sono sufficientemente efficienti.
Conclusioni
Il caso di Google e l’interesse per l’energia nel contesto dell’intelligenza nucleare mette in luce l’importanza crescente di trovare soluzioni energetiche sostenibili, stabili e su larga scala per supportare lo sviluppo tecnologico. In un mondo dove la digitalizzazione richiede risorse sempre maggiori, le Big Tech come Google devono affrontare il dilemma di conciliare innovazione e sostenibilità.
L’energia nucleare di nuova generazione, grazie alle tecnologie più avanzate come i reattori modulari, potrebbe rappresentare una risposta efficace a queste esigenze, permettendo a Google di alimentare le sue infrastrutture di AI senza compromettere il proprio impegno ambientale. Insieme alle rinnovabili, questa soluzione potrebbe aprire la strada verso un futuro in cui la tecnologia e l’energia pulita si integrano per garantire una crescita sostenibile.