Conosci Majin Bu, uno dei nemici più famosi di Goku in Dragon Ball?
Quando penso al bias dello Status Quo, descritto da Daniel Kahneman nel suo Pensieri lenti e veloci, mi viene in mente proprio questo personaggio tondo, rosa e morbido: la forma più rassicurante al mondo, che nasconde una cattiveria senza precedenti. Diabolico.
In breve, il bias dello Status Quo porta le persone a preferire una situazione attuale, stabile, rasserenante, piuttosto che scegliere altre opzioni sconosciute.
Nello scorso articolo, abbiamo parlato del magico potere derivante dall’attitudine filosofica del paradosso di Socrate: «So di non sapere».
Il bias di Majin Bu, come lo abbiamo appena ribattezzato, è l’esatto opposto.
Se dovessi scegliere un proverbio per rappresentarlo, di certo sarebbe: “Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia e non sa quel che trova”
Avrai avvertito un brivido gelido dietro la schiena leggendo questa espressione popolare.
Scegliere di non esplorare l’ignoto, sebbene possa probabilmente farci sopravvivere, non ci farà crescere. Questo è sicuro. Se hai visto I Croods, sai bene di cosa stiamo parlando.
Cosa fare se lavori in un’azienda in cui vige la regola dello status quo?
La prima domanda che devi porti è: voglio essere protagonista del cambiamento o mi sta bene fare il mio e ricevere legittimamente lo stipendio ogni mese? Spoiler: non c’è una domanda esatta, c’è solo quello che senti sia giusto per te, ciò che ti fa vivere bene il tuo percorso di carriera.
Se sei discepolo di Socrate, sceglierai di essere un tafano, un elemento disruptive portatore di metamorfosi. Certo, se il tuo ruolo è quello di stagista appena arrivato, la tua voce farà più fatica ad emergere, ma non credere che ai top manager vada meglio. Non ti dirò che è facile, e spesso chi prova a cambiare le cose può venire emarginato perché il cambiamento fa sempre paura, a tutti.
Ci passo costantemente anch’io, ed è per questo che voglio condividere la mia esperienza e alcuni passaggi fondamentali che puoi mettere in pratica.
- Fai un passo indietro. Ammetti di non sapere;
- studia / ascolta. Comprendi l’ambiente che hai intorno, la gerarchia dei ruoli, le dinamiche fra persone, le opinioni e il pensiero condiviso, il business core dell’azienda e ogni altro possibile driver del cambiamento;
- armati di strategia, pazienza e costanza.
- lavora sodo instaura un dialogo sincero e costruttivo con tutti i colleghi, crea alleanze;
- non scoraggiarti e non fermarti davanti agli insuccessi, ma usali come occasioni per migliorare ancora
E quando non riusciamo proprio a cambiare le cose? (Conclusioni)
Non sempre lo status quo ha effetti negativi, ma può esserlo in situazioni che ci tengono ancorati a dinamiche dannose per il nostro benessere, come le relazioni tossiche, anche sul lavoro. Per questo motivo, è molto importante riflettere e rivalutare le nostre decisioni e convinzioni, perché quello che abbiamo scelto tempo fa potrebbe essere completamente sbagliato nelle circostanze di oggi.
Non mi resta che dire: Onda Energeticaaaaaa a tutt*!
Pubblicato originariamente su L’Orientamento Asnor https://asnor.it/it-schede-1074-bias_dello_status_quo