Qual è il rapporto tra Generazione Z e lavoro, scopriamolo!
La Generazione z, in breve Gen Z, è la generazione dei nati tra il 1997 e il 2012.
Incredibilmente giovani, avevano nel 2020 tra gli 8 e i 23 anni e non sanno cosa sia un mondo senza tecnologie e ambienti digitali, cosa che non può non influire su come vivono quotidianità, consumi e aspettative nei confronti del lavoro.
Ma qual è il rapporto tra Generazione Z e lavoro?
Più autosufficiente, tecnologicamente evoluta e ambiziosa due volte più delle precedenti generazioni.
La “Gen Z” racchiude al proprio interno aspetti destinati a chiamare ogni organizzazione a un autentico cambio di paradigma per riuscire ad attrarre prima, reclutare poi e infine trattenere i migliori talenti in circolazione.
Si tratta, quindi, di circa 60 milioni di lavoratori che si distingueranno dai loro predecessori.
Stando alla fotografia che emerge dallo studio condotto per MONSTER dall’agenzia TNS e svolto su un campione di duemila giovani di età compresa tra i 15 e i 20 anni, ci sono almeno cinque aspetti fondamentali che fanno la differenza.
I primi a chiedersi che lavoratore sarà quello della Generazione Z hanno infatti scoperto e messo in fila le differenze col passato offrendo agli HR un importante strumento di analisi in prospettiva futura.
Vediamo quali:
- Ha una maggiore propensione a determinare ogni aspetto della propria carriera
- È assai più motivata dall’aspetto economico del lavoro
- Desidera uno scopo maggiore oltre allo stipendio
- Si dice pronta a lavorare di notte e nei fine settimana
- È molto ben disposta a muoversi dal proprio nucleo di appartenenza
Se c’è una base comune sulla quale poggiano i “desideri” dei nuovi talenti questa è legata al concetto che il posto di lavoro debba essere un ambiente a forte connotazione innovativa, sotto diversi aspetti.
Digitalizzazione, mobilità, flessibilità oraria e fisica e conciliazione con i propri valori sembrano essere le parole chiave per la Generazione Z. Sono pronte le aziende ad assumere persone con questi desideri?