STEM: è lucana la vincitrice dell’EMS European Mathematical Society

Si chiama Cristiana de Filippis, è di Matera e ha 31 anni la professoressa che quest’anno ha vinto il più importante e prestigioso riconoscimento della matematica in Europa, conferito dalla European Mathematical Society (EMS). Bellissimo, ma non dovrebbe fare notizia più di un qualsiasi altro premio assegnato a una mente brillante e ad anni di studio e sacrificio profusi. Ci meravigliamo che una donna possa avercela fatta in un settore (l’ennesimo) governato dagli uomini? E’ ancora una questione di percezione, di cultura, di corretta informazione.

Università più importante per gli uomini che per le donne?

Il recente report del United Nations Development Programme dal titolo Breaking down gender biases. Shifting social norms towards gender equality dimostra come nel mondo siano diffusi bias cognitivi e retaggi culturali che ancora oggi limitano l’effettiva parità di genere. Uno di questi bias cognitivi, alla base del pregiudizio che limita la presenza delle donne nelle materie STEM, è il fatto che molte persone pensano che l’Università sia più importante per gli uomini che per le donne.

STEM, meno donne all’università. Risultato peggiore nell’ICT.

Se a questo aggiungiamo ciò che rivela il rapporto Women in tech: The best bet to solve Europe’s talent shortage di MacKinsey, confermiamo davvero che si tratta soltanto di una narrazione e un’aprioristica opinione errata e pregiudicante.

Il report rivela infatti:

Durante l’istruzione primaria e secondaria, non ci sono indicazioni che le ragazze siano in ritardo rispetto ai ragazzi nelle classi STEM. Infatti, in Bulgaria, Finlandia, Lettonia e Svezia, le ragazze superano leggermente i ragazzi nei test scientifici e matematici. Nonostante questo fatto, c’è un calo di 18 punti percentuali nelle ragazze che si dedicano alle discipline STEM quando vanno all’università. Il calo è ancora più drammatico, pari a 31 punti percentuali, quando si analizzano le giovani donne che si dedicano alle discipline ICT

Perché? Le ragioni principali di questi cali sono due. La prima è che le ragazze della scuola secondaria ricevono un sostegno da parte di insegnanti, genitori e coetanei significativamente inferiore a quello dei ragazzi per intraprendere carriere STEM. In secondo luogo, alcune ricerche suggeriscono che alle ragazze viene detto che non sono brave nelle materie STEM, spesso con comportamenti sottili ma debilitanti, come ad esempio il fatto che gli insegnanti delle classi STEM si rivolgano più ai ragazzi che alle ragazze.

Dettagli, che fanno la differenza.

Infine, secondo lo studio del Parlamento Europeo, Istruzione e occupazione delle donne nella scienza, nella tecnologia e nell’economia digitale, compresa l’IA, e la relativa influenza sull’uguaglianza di genere, le studentesse nell’istruzione superiore mostrano una minore percezione delle proprie capacità e tendono ad attribuirsi responsabilità e colpe ogni qualvolta non riescano a esercitare attività nella stessa misura dei loro colleghi maschi.

Gender gap STEM a lavoro: bene alcune discipline, catastrofe nel settore AI

Nel mondo del lavoro, invece, sono state documentate tendenze incoraggianti per le donne impiegate come scienziate e ingegnere, con un aumento medio annuo del 2,9 % tra il 2013 e il 2017, e nelle attività ad alta intensità di conoscenza, dove la percentuale di donne (circa il 44 %) è molto più alta di quella degli uomini (circa il 29 %).

È negli ambiti dell’intelligenza artificiale e della sicurezza informatica che si registra il più ampio divario di genere tra tutti i settori della tecnologia digitale. A livello mondiale le percentuali medie di donne che lavorano nell’intelligenza artificiale e nella sicurezza informatica sono rispettivamente del 12 % e del 20 %. Sono due ambiti ancora caratterizzati da stereotipi e pregiudizi di genere.

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