Se il 2020 ci ha insegnato qualcosa, ora è il momento di tenerlo a mente. Lavoro e sfide sono le parole chiave sulle quali concentrarsi nei mesi a venire.
L’AGI Dall’inizio del lockdown sono andati persi 420.000 posti di lavoro.
I dati Istat di ottobre hanno mostrato un calo di 284 mila lavoratori dipendenti e 136 mila autonomi. Il tasso di disoccupazione è stabile in ottobre al 9,8% ma sale al 30,3% per i giovani.
Quali sono i focus sui quali concentrare le nostre attenzioni?
- Smart Working – Non finisce qui. Sia nel settore pubblico sia in quello privato si è sperimentato un modello. Lo smart working si è esteso e difficilmente si tornerà indietro. L’idea è quella di proseguire in forme ibride. Aziende e lavoratori hanno apprezzato la flessibilità constatando produttività e abbassamento dei costi.
- Competenze Digitali – se non ora, quando? In uno scenario economico a tratti catastrofico, c’è un comparto che è cresciuto del 18,4%, quello del mondo online. Dal food delivery alle app con i menù, dai video games all’e-commerce. Ne consegue che i lavori e le competenze più richieste sono quelle legate al digitale: programmazione, analisi dati, marketing digitale, intelligenza artificiale, cyber security, e-commerce sono tra le aree più richieste.
- Il ruolo dei giovani – non c’è più tempo! La timida crescita avvenuta negli scorsi anni grazie a tirocini e assunzioni agevolate, ha subìto uno stop forzato. In Italia il picco è stato del 30% di disoccupazione giovanile. L’ISTAT dichiara che i NEET (Not in Education, Employment or Training, persone non impegnate nello studio, lavoro o formazione) sono, in Italia, il 22,2% dei giovani tra i 15 e i 29 anni.
Come conciliare lavoro e sfide?
Una importante riflessione è arrivata da Massimo Castelli, coordinatore nazionale Anci dei Piccoli Comuni e sindaco di Cerignale.
“L’Italia oggi non è un paese per giovani. I giovani devono essere i protagonisti della rivoluzione digitale, ambientale e sociale. È necessaria non solo una parità di genere ma anche una parità di generazione”.
E una proposta per un paese in continuo cambiamento:
“L’Italia sta cambiando: basti pensare all’organizzazione del lavoro oggi, sempre più dipendenti, anche dopo la pandemia proseguirà con lo smart working. Perché non sostenere spazi di co-working in tutti i Comuni?”